giovedì 15 novembre 2012

Sottobosco

Il verde è molto in voga quest'anno. Sulla scia dello scorso inverno, invaso dalla tonalità petrolio, l'ho visto riproposto anche nei toni del bottiglia e del bandiera. Belli, ma impegnativi.
Trovo più riposante, se la carnagione lo permette, ripiegare sul muschio o sul sottobosco, due sfumature delle quali la Lett Lopi ha alcune delle più belle interpretazioni presenti sul mercato, per il mio gusto.
Di solito, questo filato particolarissimo, viene usato per i famosi maglioni islandesi, a due colori, con gli sproni decorati da spettacolari disegni geometrici o floreali. E' interessante però anche esplorarne le possibilità sui rilievi irlandesi o sui capi a maglia rasata, di pura linea, in tinta unita. In entrambi i casi, i risultati sono sorprendenti. 

Questa è la mia personale idea della Lopi in versione a rilievi.

Per chi ama il gioco dei profumi, l'ho accostata al mitico English fern, nato per evocare l'idea di un bosco fiorito di primavera.











Sottobosco schema

Sottobosco


Occorrente
500 grammi Istex Lett Lopi col. 9421
1 paio di ferri dritti o di circolari n. 5
ago da lana a punta smussata
filo in tinta per le cuciture

Campioncino: 10 cm larghezza x 10 altezza corrispondono a 20 maglie e 26 ferri a maglia rasata.

Dietro
Avviare 96 maglie (può andare bene un long tail cast on, o qualsiasi avvio che non stringa troppo i punti e lasci loro un minimo di elasticità).
Ferro 1: 1 rovescio, * 2 diritti incrociati, 2 rovesci* per 23 volte, terminare con 2 diritti incrociati e 1 rovescio.
Ferro 2: lavorare tutte le maglie come si presentano.
Ripetere questi due ferri, sino al ventesimo.
Ferro 21: 1 diritto * 2 diritti, 1 accavallato, 8 diritti* per 3 volte, 2 diritti 1 accavallato, 12 diritti, *2 diritti, 2 insieme a diritto, 8 diritti* per 3 volte, 2 diritti, 2 insieme a diritto, 3 diritti.
Ferro 22: tutte le maglie a rovescio.
Lavorare tutti i ferri seguenti a maglia rasata, realizzando 8 diminuzioni ai lati in questo modo:
Ferro 41: 1 diritto, 2 insieme a diritto, 82 diritti, 1 accavallato, 1 diritto
Ferro 85: 1 diritto, 2 insieme a diritto, 80 diritti, 1 accavallato, 1 diritto
Ferro 129: 1 diritto, 2 insieme a diritto, 78 diritti, 1 accavallato, 1 diritto
Ferro 173: 1 diritto, 2 insieme a diritto, 76 diritti, 1 accavallato, 1 diritto
A questo punto si avranno sui ferri 80 maglie.
Proseguire a maglia rasata per altri 20 ferri (totale 192 ferri) e nel seguente intrecciare tutte le maglie rimaste.
Durante il lavoro, contrassegnare sui margini, sia a destra che a sinistra, il ferro n. 147, con un piccolo cappio di filo di colore contrastante.

Davanti
Il davanti è una lunga striscia, lavorata sullo schema del punto operato. Il diagramma riporta solo i ferri di andata. In quelli di ritorno le maglie si lavorano come si presentano.

Avviare 74 maglie (usando lo stesso metodo di avvio scelto per il dietro), e lavorare secondo lo schema del punto operato, eseguendo per due volte la parte fra asterischi e terminando con la parte dopo il secondo asterisco.
Ripetere i 32 ferri che compongono lo schema per 14 volte. Nella quindicesima ripetizione, lavorare solo sino al ferro 26 e qui intrecciare tutte le maglie. In tutto si saranno eseguiti 474 ferri.

Durante il lavoro è consigliabile avere qualche accortezza.
In primo luogo, per il vivagno, passare sempre senza lavorare la prima maglia di tutti i ferri pari. Questo lato, il sinistro della striscia, costituirà l'apertura centrale del gilet ed è necessario quindi che il margine sia ben teso e privo di ondulazioni.
All'inizio dei ferri di andata, ossia sul lato destro della strisica, al contrario, è opportuno evitare la maglia passata, poiché potrebbe creare problemi con la cucitura finale a punto materasso.
Su questo lato, nei primi tre rovesci, contrassegnare i ferri n. 147, n.193, n. 281, n. 327, servendosi di un piccolo cappio di filo di colore contrastante.

Confezione
Bagnare le due parti del gilet, toglierle dall'acqua, strizzandole delicatamente. Farle asciugare avvolgendole all'inizio in un telo di spugna che possa assorbire l'umidità in eccesso.  Quando poi i teli saranno umidi, ma non gocciolanti, stenderli in piano, appuntandoli con spilli per far prendere loro una forma regolare. Lasiarli in forma sino a quando non saranno perfettamente asciutti.

Cucire a punto materasso il dietro, sino al contrassegno del ferro n. 147,  con la striscia del davanti.
Il lato sinistro del dietro si unisce alla striscia davanti,  dal ferro 1 al ferro 147. Il lato destro del dietro si unisce alla striscia del davanti, dal ferro 474 al ferro 327 della striscia.
Quindi cucire la sommità del dietro alla parte di striscia compresa tra i ferri 193 e 281.
Per la cucitura è consigliabile usare un filo in tinta diverso dalla Lett.

Infine, con l'ago, intessere sul rovescio tutti i fili provenienti dalle varie giunture.


Come sempre, vi ricordo, che potete fare di questi schemi un uso esclusivamente personale. Non potete commercializzarli o attribuirvene la proprietà.












sabato 10 novembre 2012

Schemi: Robbia

Essendomi stato richiesto, ecco lo schema del collo cappuccio tinto con la robbia.

Vi occorreranno:
200 grammi di cashmere Dragonfly, ca 137 metri per 50 grammi
un paio di ferri n. 3,5
un ferro ausiliario
un ago da lana
6 bottoni

Il campioncino: 10 cm x 10 cm corrispondono a 20 maglie per 36 ferri
Il collo cappuccio è un rettangolo che misura ca. 39 cm per 68 cm. Non è chiuso, come si usa in genere con questo tipo di accessorio, ma abbottonato, in maniera tale che, volendo, si possano anche lasciare aperti gli ultimi due o tre bottoni e indossarlo come fosse una mantellina sulle spalle, se piace.
Ripiegato, invece, è un collo staccato molto alto.

Nello schema sono rappresentati solo i ferri di andata, in quelli di ritorno si lavorano le maglie come si presentano.

Avviare 116 maglie e lavorare seguendo lo schema qui sotto. Cominciare con la parte prima del primo asterisco, eseguire 8 volte il rapp. tra asterischi, terminare con la parte dopo il secondo asterisco.
Lavorare sino al 10° ferro, ripetere per 19 volte i ferri dal 11° al 22°, terminare con i ferri dal 23° al 34°. Totale 250 ferri. 
Intrecciare le maglie e tagliare il filo.

Ripiegare, verso il rovescio della striscia, le prime sei e le ultime sei  maglie in modo da fare coincidere i punti A e B e i punti C e D dello schema. Riprendere 1 punto da ogni maglia doppiata, 1 punto da ogni maglia seguente, un punto da ciascuna delle ultime sei maglie doppiate. Totale 104 maglie riprese.
Lavorare sette ferri a diritto. Nel corso del 4° ferro disporre gli occhielli: 5 diritti, 2 maglie insieme a diritto un gettato, * 1 accavallato, 14 diritti, 2 maglie insieme a diritto, un gettato* (eseguire la parte tra asterischi in tutto 5 volte), 1 accavallato, 5 diritti.
Nel ferro seguente nei gettati si lavoreranno due maglie, un diritto e un rovescio. Se si desiderano asole più grandi, a seconda dei bottoni scelti, nel 4° ferro invece di un gettato semplice, si eseguiranno gettati doppi, nei punti indicati.
Nel 8° ferro, intrecciare tutte le maglie.
Sull'estremità opposta riprendere le maglie e lavorare come indicato qui sopra, ma senza eseguire gli occhielli.
Affrancare i fili e cucire i bottoni in corrispondenza delle aperture.

Vi auguro buon lavoro, ricordandovi che Papugaj è un marchio registrato. Potete servirvi di questi schemi per uso personale, ma non venderli o attribuirvene la proprietà.
Ogni eventuale uso delle foto o degli schemi, diverso da quello indicato, dovrà essere autorizzato dall'autore.





martedì 6 novembre 2012

Fichi d'India


Ed ecco, infine, l'ultimo progetto per Dragonfly, una sciarpa in yak/merino, nel colore dei fichi d'India maturi.
Come questo frutto ha una polpa a metà tra il rosa e il giallo terroso, così la tintura di Stefano rivela chiaramente una duplice componente, che la rende docile all'influsso dell'ambiente, facendola apparire più rosea nelle luci fredde della sera o di un cielo nuvoloso, oppure più sfumata di un pallido ocra nel pieno sole di una giornata serena.
Questa mattina quasi primaverile ha esaltato soprattutto il registro del giallo, ma, mentre lavoravo, era una continua sorpresa vedere la lana animarsi e rivelarmi nello stesso tempo le sue due note principali.

Il tono antico e polveroso tipico dello yak mi ha suggerito di cercare di riprodurre alcuni lavori ottocenteschi avuti da mia nonna, in una lana dal colore molto simile a questo.

Il filato ha resistito senza alcuna difficoltà alla tortura dell'uncinetto, scelta decisamente meno gentile dei ferri, per  una fibra così delicata. Non si è aperto, non si è sfilacciato, si è piegato alla lavorazione con un uncinetto abbastanza piccolo, acquisendo il corpo e la definizione richiesti per la resa dei contrasti tra i pieni e i vuoti, ma non ha perso la sua caratteristica morbidezza. 

Darò seguito a questa breve, sin troppo breve, incursione nel territorio delle fibre pregiate, tinte naturalmente.






domenica 4 novembre 2012

Giallo Murillo



Questa stola è il penultimo lavoro disegnato per Dragonfly, in morbido yak/merino tinto a mano con pigmenti naturali.

Di tutti il più impegnativo, ma anche quello che mi ha più appassionata.
Il colore, dalla texture variegata, con escursioni dal giallo al bianco/giallo, mi ha ricordato la buccia e la polpa dei meloni spagnoli e, per associazione, un dipinto che amo, i Mangiatori di uva e meloni di Murillo.
Per via di questa suggestione, presente al fondo dei miei pensieri mentre facevo campioncini di prova, mi sono lasciata tentare dal desiderio di creare un'imitazione, sebbene molto ridotta, delle ricche cappe spagnole, con le loro cadute di pizzo, profuso ad incrostare tutto lo spazio.
Il risultato è un capo forse più incline agli Anni Venti, che alle sontuose trine di Spagna, cui era presuntuoso persino pensare di accostarsi.

Come sempre, un grazie particolare a Stefano, anima del laboratorio Dragonfly, la cui passione per l'arte tintoria si trasmette, attraverso le sue tonalità irripetibili, alle mani  e al cuore di chi le lavora.
 Sebbene non conosca esattamente la fonte di ispirazione alla quale si rivolge nel comporre una formula, avverto vivissimo  in questo giovane maestro un senso sicuro del colore, così come trasmesso dalla natura e dalle grandi scuole pittoriche del passato.
In attesa di tornare al più presto al 'giallo Murillo' della Dragonfly, con un nuovo progetto.

giovedì 1 novembre 2012

Robbia

Dei quattro lotti di filati tinti naturalmente, due di cashmere/merino e due di yak/merino, ricevuti per la realizzazione di un piccolo progetto, questo è il solo lavorato ai ferri.

Fa parte dei cashmere/merino e porta l'inconfondibile marchio del laboratorio Dragonfly, dal quale esce una tintura di robbia che non ha eguali, presso altre scuole. Un rosso medio con le tonalità della conchiglia, la cui purezza non tollera esibizioni di punti o di fogge complicate.
Semplice e cittadino, da indossare, unica nota di colore, sui panna con i quali si sposa in un caldo connubio dalle reminiscenze mediterranee.

E, se ancora una volta dovessi fare il gioco dei profumi, lo accosterei a di Ligea di Carthusia i cui accordi di agrumi, su fondi legnosi, mi ricordano le passeggiate autunnali in Calabria, nell'intensa scia dei limoni, dei cedri e del pitosforo. Al calare della sera, scioglievano nell'aria l'aroma, che il sole durante la giornata  aveva rattrappito, entro gli involucri delle cortecce, e fuggiva via dalla sua gabbia di legno, quasi come una liberazione o un passaggio di testimone, nella notte annunciata dai tramonti blu cobalto e rossi come la robbia.