domenica 27 gennaio 2013

A cominciare dal profumo


Continuando ad esplorare le possibilità delle lane islandesi tinte da Dragonfly, mi ha sedotto l'idea di immaginarle non come schemi di modelli a sé stanti, ma come elementi in una continuità stilistica che rimandassero l'uno all'altro con coerenza.
Ogni nuance ha infatti un suo speciale potere evocativo, che, riverberandosi negli accessori, nelle stoffe, nel profumo prescelto, parla ora della primavera, ora dell'inverno, di un carattere sobrio o di un temperamento audace.
Tra le varie prove,  è emerso che il singolo colore ha la capacità di mutare il proprio timbro, passando da un'inclinazione autunnale ad una primaverile, semplicemente per l'effetto dell'insieme in cui lo si inserisce. Una delle doti della tintura naturale.

Stavolta ho sperimentato a partire dai profumi. Sono una mia grande passione e, poiché con i colori condividono il dono dell'evocazione, ero quasi certa, già prima di cominciare, che mi avrebbero guidato a sviscerare il tema segreto di ogni matassa.

sabato 26 gennaio 2013

Preparando una collezione

Per ingannare il tempo, nell'attesa di avere a magazzino le lane islandesi tinte naturalmente, con i campioncini alla mano ci siamo dedicati alla ricerca dei tessuti da utilizzare per le camicie e per gli abiti da indossare sotto ai capispalla ai ferri.
La duttilità di questo tipo di filato e di tintura si è rivelata negli accostamenti più azzardati, lasciando intuire la possibilità di andare oltre il monocromo e le tinte unite e di osare le fantasie etniche o cashmere e persino floreali su fondo rosso, per ravvivare i lunghi giorni bui della stagione fredda.



Notturno indiano, il paisley e il bruno rosso.
       




Etnico cittadino


Rosa d'inverno


Il neoclassico con i colori delle spezie


Rosa e optical

lunedì 21 gennaio 2013

Lane islandesi e tendenze italiane

Dragonfly, un laboratorio di tintura naturale unico in Italia, per protocollo e studio delle formule, da oltre un anno, ci riserva il grande piacere di condividere iniziative, programmi, campi di ricerca comuni.
La riscoperta della lana Islandese, da tempo amata anche da noi per le sue ineguagliabili doti di leggerezza, calore e piacevolezza in lavorazione,  ha spinto Cristiana e Stefano, di Drangofly, a sperimentare la tintura naturale anche su questa tipologia particolare di filato.
Dopo un'accurata fase di affinamento nella definizione dei colori e delle metodologie di tintura più adatte, ha visto la luce una paletta ampia e varia, mai forzata, mai violenta, neppure nelle tonalità più intense.
Le tinture naturali, se possibile, hanno esaltato alcune caratteristiche proprie della lana islandese, quali la lucentezza, per certi versi affine a quella del mohair, e la conseguente capacità di catturare la luce e di adattarvisi.

Della sua ricca cartella colori, cortesemente Dragonfly ha acconsentito a riservarci alcune tinte particolari che rappresentano, in nuce, una scelta cromatica cara alla Papugaj.

Per il momento vi presentiamo le tinte elaborate da Dragonfly per Papugaj, che troverete esclusivamente presso di noi, scrivendoci all'indirizzo mail: papugajblog@gmail.com

Introdurremo, appena realizzate le campionature, i pattern creati per questa serie, che sarà possibile ricevere in omaggio insieme alla lana o acquistare separatamente.

Questa la nostra piccola gamma di colori, funzionale ad una collezione in fase di elaborazione, disegnata sull'accostamento di stoffe, lane e accessori, in un'accezione totalmente nuova rispetto al tradizionale uso dei filati islandesi.

Per una scelta di colori completa e per ulteriori dettagli sulla linea islandese, vi consigliamo invece di visitare la pagina Dragonfly:
http://dragonfly-bellomi-pinto.blogspot.it/2013/01/lane-islandesi-tinte-naturalmente.html














domenica 13 gennaio 2013

Maglia, imparare dal proprio lavoro

Per quanto possa apparire scontato, quando si decide di dedicarsi alla maglia, come hobby o come professione, è importante acquisire consapevolezza e diventare padroni dei propri mezzi, sia che ci si limiti a lavorare i pattern altrui, sia che si decida di crearne di propri.
Prendere appunti su ogni lavoro eseguito è senza dubbio la strada migliore per giungere al risultato, purchè ciò non significhi limitarsi ad annotare quante maglie siano state calate in un certo punto o aumentate in un altro, o cose del genere.
Ciò significa semplicemente fissare un pattern per riprodurlo in seguito, indipendentemente dai difetti che potrebbe contenere.
Creare un personale libro di appunti, sempre utile anche a distanza di anni, al quale rivolgersi per migliorare la propria capacità di knitter è un'altra cosa.
Significa porsi davanti ai problemi strutturali della costruzione di un modello.
Nella pratica ciò potrebbe tradursi nel registrare quale risultato possano dare un'inclinazione di spalla più o meno pronunciata, un raglan più o meno profondo in relazione all'ampiezza della manica, un kimono senza cucitura con le maniche tanto o poco spioventi, le dimensioni iniziali e la progressione nelle diminuzioni di uno sprone ben riuscito, la linea di svasatura e il metodo prescelto per realizzarla.
O persino, tenere conto degli errori da non ripetere.

sabato 5 gennaio 2013

A study in pink, come usare i gomitoli avanzati

Una delle divagazioni che più amo, è da sempre il recupero dei gomitoli avanzati.In una sorta di attaccamento sentimentale alle lane, mi ripugna l'idea di destinare i grammi superstiti a progetti secondari. Alla stessa maniera, quando trovo un filato irresistibile, ma in quantità troppo esigua per ricavarne un capo compiuto, non sono capace di rinunciare all'acquisto. Lo compro ugualmente, pensando di creargli in seguito il giusto accostamento.Complice il fatto che amo i lavori con bordi e dettagli a contrasto, con gli anni, ho cominciato a considerare il recupero come una delle esperienze più soddisfacenti che il disegno di maglia possa offrirmi.
Questo maglioncino, con manica a tre quarti e collo staccato, nasce da un residuo di 400 grammi scarsi di voluminoso mohair, una mischia 70% mohair e 30% lana, da 70 metri per 40 grammi.
Dopo la fine del progetto principale, una grande stola, ha atteso due anni per trovare la sua compagna ideale,  ossia una soffice alpaca naturale da ca. 180 metri per 50 grammi, messa doppia e lavorata insieme ad un kid mohair sottilissimo, per compensare la discrepanza di volume rispetto al mohair rosato. Sia l'alpaca, sia il kid erano a loro volta avanzi di lavorazioni precedenti.
Il collo separato si presta a diversi usi, anche come collo cappuccio. I bottoni sono rivestiti a punto festone con gli ultimi metri del filato principale.
In maglieria non si butta mai nulla.